Pasquale Pako Balzano

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lunedì 2 novembre 2020

 


Pubblicato da Pako alle 02:52 Nessun commento:
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mercoledì 1 luglio 2020



SOSTENIAMO LA LOTTA DELLE LAVORATRICI E LAVORATORI DELLO SPETTACOLO

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Pubblicato da Pako alle 03:13 Nessun commento:
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mercoledì 24 giugno 2020


9 Giugno 2020
Campagna di sostegno per la riapertura di settembre

Veniamo allo scoperto dopo quasi tre mesi di blocco. Tre mesi senza corsi, concerti, spettacoli, presentazioni, aperitivi musicali... per condividere con voi la dura situazione economica in cui versa la nostra amata Scighera e chiedere il vostro contributo: perché si possa immaginare di ripartire a settembre con un denso programma.
Tenere in vita la Scighera ha un costo elevato, siamo un circolo che si autofinanzia, che cerca di tenere prezzi popolari, ma che sostiene costi (affitto, utenze, tasse, manutenzione, attrezzature, materie prime di bar e osteria) in linea con quelli del mercato commerciale: come molti di voi sapranno solo per l’affitto spendiamo 4000 € al mese. Inoltre le norme per la riapertura non sono ancora chiare, ma prevederanno sicuramente un adeguamento degli spazi e ingressi contingentati, due fattori che andranno a pesare sulla sostenibilità economica.
Con 10 euro a testa, il costo di due birre, la Scighera sarà ancora di tutt*. Qui il link per donare
In questi 14 anni abbiamo offerto un luogo di socialità e relazione; sperimentato pratiche di auto-organizzazione, con meccanismi di gestione e di decisione collettiva; sostenuto la cultura indipendente organizzando spettacoli, concerti, presentazioni e incontri distanti dalla scena mainstream.
Ci siamo proposti di affrontare i temi che la società e la contemporaneità ci pongono, con uno sguardo libertario denso di curiosità, critico nei confronti del potere, attento alle questioni di giustizia sociale.
Abbiamo sostenuto cause ed iniziative di autodeterminazione di gruppi, territori e popoli oppressi; si è ballato folk, swing, lindy hop e tanto altro ancora; c'è sempre stata a tua disposizione di chiunque una chitarra, la collezione di A rivista anarchica, la rete wireless, uno spazio e un tempo senza obbligo di consumazione.
I bambini e la bambine sono per noi persone a tutti gli effetti e trovano qui una programmazione culturale e uno spazio fisso di gioco.
La Scighera è stato tutto questo e altro ancora, e con un piccolo aiuto da parte di tanti può tornare ad esserci per tutti!
Offri due birre alla Scighera, fai una donazione con bonifico, carta o paypal. Qui il link per donare
In realtà non abbiamo mai chiuso. Negli ultimi mesi abbiamo impegnato le nostre energie per sperimentare un'attività diversa dalle nostre consolidate:
#LaScigheraSolidarietàeLotta che ha l'obiettivo di raccogliere generi di prima necessità e distribuirli gratuitamente a chi ne ha bisogno perché tutti e tutte si riesca a vivere dignitosamente in questa emergenza. Questo ci ha messo in rete con nuove e vecchie realtà impegnate sul fronte del mutualismo, nuove persone e nuov* amic*.
Questi i mesi non sono passati invano: tutti siamo cambiati, la società non potrà e non dovrà più essere la stessa. E anche la Scighera cambierà. Noi ci immaginiamo di continuare ad approfondire il senso della socialità e del mutualismo con le famiglie fragili che abbiamo conosciuto con il progetto #LaScigheraSolidarietàeLotta.
Probabilmente tutt* voi avrete suggerimenti, desideri, bisogni. Scriveteci cose vorreste, di cosa avreste bisogno. Insieme alla vostra piccola donazione o anche separatamente.
Le pubblicheremo tutte sulla nostra pagina FB, un grande “muro dei desideri”. Insieme proveremo a realizzarle!

Puoi contribuire ora con le seguenti modalità:

PAYPAL

PayPal permette di donare attraverso un conto PayPal ma anche senza, con tutte le principali carte di credito

BONIFICO BANCARIO

Conto intestato a: Associazione Scighera
IBAN: IT03R0538701609000035058100
causale: donazione liberale
Grazie! a presto :)
Pubblicato da Pako alle 09:16 Nessun commento:
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venerdì 10 gennaio 2020


SABATO 8 Febbraio 2020 h. 21,00

STAGIONE TEATRALE 2019 / 2020
presso
TEATRO MODERNO
VIGEVANO (PV)


elaborazione testi di Carla Pavone
da un’idea di Pasquale Pako Balzano
con: Giorgio Albertazzi, Ferdinando (Nando) Arcamone, Bahaa Bakkar, Claudio Cagnani, Davide Casiraro, Cinzia Cuffari, Marta D’Angelo, Roberta Demarchi, Dalia Gazzarri, Marina Mannato, Simona Pappacena, Giusy Trivisonno
regia di Pasquale Pako Balzano

Le radici non esistono.
A un dato momento, uno si sente bene nella propria pelle.
B.-Marie Koltès, La notte poco prima della foresta
 

All’ombra di una storia di immigrazione come tante, la diversità vive in ogni frammento di vita comune. A volte traspare in modo scherzoso, tra battute leggere che suscitano una risata. A volte è pungente e stizzosa. A volte fa male.
I protagonisti de La scarpa di Bahaa che vivono all’ombra del racconto di emigrazione di Bahaa sono persone comuni: un sacerdote combattuto tra un sentimento tutto religioso di carità e amore verso il prossimo e una cultura razzista nella quale è stato cresciuto, che emerge ogni tanto, met- tendolo in imbarazzo; una contessa che è dovuta scendere a compromessi con la vita di un paese “invaso” da immigrati, e che ancora ritiene che il suo retaggio nobile la possa proteggere dalle insidie del mondo moderno; una giornalista, che deve fare i conti tutti i giorni con le banalità dei fatti di paese, mentre sogna di sfondare nel giornalismo internazionale; la direttrice del centro rifugiati, concentrata sul far quadrare conti che non quadrano mai; la barista che si barcamena tra i suoi avventori per dar ragione a tutti; i due agenti interessati più a dar lustro alle proprie imprese che alla verità e il commissario che deve fare i conti ogni giorno con le meschinità del paese, ma che ha un grande senso dell’onore e del dovere.
Dall’altra parte della barricata, Achille, vagabondo un po’ per caso e un po’ per scelta, sembra essere l’unico amico di Bahaa, il protagonista di una storia che alla fine scompare, per lasciare il posto ai tanti volti della diversità: l’immigrazione diversa nel tempo ma sempre uguale, le beghe politiche di paese, la nobiltà di rango e la nobiltà d’animo.
E alla fine la diversità diventa un fattore che divide gli animi e li restringe al proprio spazio vitale, mentre il suo unico scopo dovrebbe essere quello di arricchire le persone, spingendo cia- scuno a mettersi nelle scarpe degli altri, ne La scarpa di Bahaa.

“Se mi chiedi dove e quando nasce un pensiero, so risponderti. Nasce ovunque, tra le pieghe di una giornata stropicciata, mentre ordini gli istanti di una vita qualunque, negli occhi di gente che non incontrerai più o di coloro che incontri ogni giorno. Può nascere perfino in una stanza nella quale le idee di tutti si intersecano magicamente in una trama.
E il pensiero prende vita, su pagine scritte nel tormento di un viaggio per mare, e si cristallizza in volti, uno dopo l’altro: l’immigrato che si sveglia dai sogni di libertà e si ritrova al centro di una disperata battaglia per la giustizia; il vagabondo senza scrupoli che ha giurato vendetta verso chi è responsabile della sua disgrazia; il commissario che vive nel conflitto tra umanità e giustizia; i due agenti che vivono finalmente il loro momento di gloria; la contessa che vive ai margini della sua pretesa nobiltà; il sacerdote teso tra un’educazione familiare di stampo razzista e la solidarietà espressa dalla sua fede religiosa; la giornalista alla ricerca dello scoop della sua vita per fare carriera; il direttore del centro rifugiati, impegnato alla quadratura economica di un problema sociale importante; la barista, sapiente mediatrice delle chiacchiere di paese. E sotto una sapiente regia, tutti salgono sul palco illuminato, al ritmo di una musica che già porta dentro la storia, e la modifica, rendendola più vivace, in smorfie, battute e lacrime.
Un pensiero nasce da una distrazione, un attimo di vita, e ammalia in uno sguardo, sorprende in un gesto, colpisce con una parola. Distratti, gli attori lo portano in scena e lo regalano al pubblico. È il trionfo di un momento, assaporato dopo lunghi mesi di prove, risate e commozioni. Mesi di emozioni che traboccano sul palco e si volgono in un sorriso e in un battito di mani che esalta.
Insieme ci divertiamo, senza perdere di vista ciò che fa soffrire o emozionare, sperando che il nostro sorriso arrivi lì dove serve.
Noi, distrattamente attori, tecnici, registi, scrittori.

Noi, i Distractors.”
Pubblicato da Pako alle 07:57 Nessun commento:
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